Alfred North Whitehead (1861-1947) è tra i pensatori più complessi e poliedrici del Novecento. Ciononostante, la sua traiettoria intellettuale resta, per molti aspetti, ancora poco indagata. Questo volume ne ricostruisce il passaggio dalla matematica alla filosofia, con attenzione particolare alla svolta “epistemologica” consumatasi negli anni ’10 del secolo scorso. Attraverso un’analisi storica e concettuale, il libro restituisce il dialogo di Whitehead con la logica matematica, la fisica e la filosofia del tempo, mostrando come il suo pensiero abbia contribuito a ridefinire il rapporto tra filosofia e scienze. L’indagine si concentra sulle tensioni e gli snodi teorici che hanno segnato la carriera dell’autore: dal confronto con Russell all’influenza di Bergson e Bradley, fino all’impatto con la teoria della relatività. Emerge un ritratto sfaccettato e rigoroso di Whitehead, tale da rendere giustizia alla complessità della sua visione senza riduzioni schematiche, e mettere in luce l’originalità di un autore che ha ripensato in profondità il legame tra esperienza ed elaborazione concettuale.
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