Migrazioni, sbarchi, motovedette libiche, "navi delle ong", "scafisti".
La spettacolarizzazione dei confini che da anni viviamo nel nostro
quotidiano offre solo una parte della storia. Le narrazioni dominanti
nel campo politico e mediatico italiano rappresentano il Mediterraneo
come uno spazio di separazione tra aree geograficamente e socialmente
distanti, una barriera "naturale" che abissalmente divide realtà
differenti. Al contrario, storicamente, il Mediterraneo è prima di tutto
uno spazio di incontro, attraversamento e contaminazione tra soggetti
diversi. Raccontandosi, il gruppo di ricercatori che compone
l'equipaggio della Tanimar restituisce questa complessità dando voce e
legittimità a tutti coloro che lo attraversano: migranti in transito,
pescatori, marinai, guardacoste, funzionari delle forze dell'ordine e
delle agenzie europee. Questo diario di bordo, che ripercorre venti
giorni di navigazione, è un modo per ripensare la "frontiera d'acqua"
del Mediterraneo, non come un confine rigido e immutabile tracciato
sulla mappa ma come un confine poroso e cangiante, abitato da una
pluralità di soggetti e costantemente rimesso in discussione
dall'irriducibile spinta alla mobilità di chi parte in cerca di un
futuro migliore. Un innovativo modo di intendere la sociologia come
pratica pubblica per costruire e condividere saperi all'interno di uno
spazio comune.
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