Crapalachia, con il suo titolo ironico, è tutt’altro che rifiuto e detriti: è un’ode alle persone e alla storia del West Virginia rurale. In questo romanzo, McClanahan sceglie di concentrarsi sui suoi anni formativi, sui personaggi oltraggiosi e turbolenti dai quali è stato cresciuto: zio Nathan, nonna Ruby, Little Bill e una costellazione di individui strepitosi che sembrano voler spostare il mondo senza allontanarsi dall’ombra della loro veranda e dalle birre nel frigo. McClanahan vuole mettere il lettore a disagio e allo stesso tempo accoglierlo, farlo ridere e meravigliarlo. Le sue storie sono i ritratti autentici di uno stato considerato irreparabile da chi lo ha osservato solo a distanza e sono la prova che il sublime, sotto lo sguardo onesto e incrollabile dello scrittore, diventa vero e palpabile.
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