Pubblicato nel 1938, e vincitore in quell'anno del Premio Viareggio, Oceano rappresentò una novità nel panorama letterario di quegli anni. La scrittura di Rossi possiede una sensibilità speciale, più vicina al fare che al pensare, all'esperire che alla riflessione astratta. E Oceano è forse l'esempio più calzante di questa sua prospettiva: il protagonista, imbarcatosi su un piroscafo norvegese, racconta il suo viaggio e la vita di mare, abbandonandosi alle memorie di altre traversate, altri luoghi, altri incontri. Un libro che non ha una trama lineare, ma è piuttosto un flusso, attraverso cui, con parole ben scelte, lo scrittore dà conto di ciò che è più difficile raccontare: la natura, l'uomo, la sua vita e la sua morte, il suo viaggio.
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