Adolf Hitler si uccide tra le 15,15 e le 15,30 del 30 aprile 1945. I sovietici sono a pochi metri dal bunker di Berlino, ma lo scettro non passa immediatamente nelle mani del grand’ammiraglio Dönitz, che poi metterà il sigillo sulla resa dei nazisti. Il nuovo cancelliere è Joseph Goebbels, il cantore del regime: gestirà il suo debole e allucinato governo, circondato dai carri armati nemici, per sole 30 ore. Poi si ucciderà, insieme a tutta la sua famiglia. In quel breve lasso di tempo Goebbels non rinuncerà però alla propaganda, infarcita di menzogne, e alla sua cultura di morte, cercherà di tagliare le gambe ai gerarchi nazisti in fuga e a circuire Dönitz con messaggi contradditori o falsi, tentando alla fine di trattare, senza successo, con i sovietici. Documenti e mappe alla mano, Giovanni Mari analizza le nomine fatte da Hitler attraverso il suo testamento, illustra l’effettiva estensione del Reich al primo maggio 1945 e la situazione economico-amministrativa dei territori ancora non occupati, ripercorre le ultimissime battaglie attorno al Reichstag e il tentativo di trattativa con i sovietici, raccontando una storia che pochissimi conoscono davvero.
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