I testi per l'editoria italiana del secondo Novecento, quarte, risvolti, note editoriali, erano spesso affidati a intellettuali, scrittori a loro volta, che collaboravano con le case editrici. L'autonomia e la qualità di questi scritti era tale che si sarebbero potuti presentare senza opera, assegnandoli alla categoria della «letteratura sulla letteratura» ed essere identificati come forme ibride tra letteratura, critica e scrittura al servizio dell'editoria. Il libro prende in considerazione il lavoro di Vittorini, Calasso, Garboli, Manganelli, Debenedetti, Calvino, Sciascia, Borges... Queste figure di letterati editori sono oggi ancora più necessarie per l'urgenza di filtrare le opere da pubblicare in un'offerta indistinta e illimitata.
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