«Mi chiamo Lavinia Mannelli e sono una femminista pelosa». Lavinia fa il dottorato a Pisa – ma senza stipendio. E quindi vive ancora con la madre, fa la pendolare e per procurarsi i libri per le sue ricerche chiede prestiti alle amiche. Se il conto in banca piange, quanto a princìpi morali il suo patrimonio è florido: legge Bell Hooks e Donna J. Haraway, sogna di dar vita a un orto comunitario ed è tra le socie fondatrici di noshave/me, associazione in difesa del bene più bistrattato di tutti, il pelo femminile. Questa posizione finora le ha guadagnato più che altro sguardi scandalizzati, spasimanti spariti nel nulla e irritazione a non finire di fronte alla pretesa (secondo lei patriarcale e borghese) che la pelle di una donna debba essere liscia come quella di un bambino. Ma è facile mantenerci saldi nelle nostre convinzioni quando frequentiamo solo persone che la pensano come noi. Un po' meno facile è restare fervide paladine dei peli quando qualcuno per farceli togliere è disposto a pagare. Daniel85 – misterioso utente di Onlyfans, ferratissimo in materia di rasatura, feticista con la passione per gli elenchi – contatta Lavinia offrendole uno stipendio in cambio di una manciata di peli. Basta cedere appena (in fondo «sono solo peli!»), ed ecco che tanti problemi sono di colpo risolti: Lavinia riesce a pagarsi un affitto per conto suo, Lavinia viaggia, lavinia si compra quelle cuffie bluetooth che adocchiava ormai da un po'. Lavinia finalmente sta bene, a patto che nessuno scopra da dove le stanno arrivando dei soldi. Cosa succede quando ciò in cui crediamo deve scontrarsi con la realtà materiale di un mondo che ci spinge a volere sempre di più, e non ci regala niente? Cosa siamo disposti a sacrificare in nome dell'indipendenza economica? Con una prosa brillante e senza farsi sconti, Lavinia Mannelli ci consegna un'opera di autofiction dai risvolti grotteschi e gotici che riflette il mondo precario delle donne di oggi.
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