Se la “ragazza beduina” potesse parlare ripercorre la tragica storia di una ragazza beduina, violentata e poi uccisa dai soldati israeliani nel 1949 nella regione desertica del Negev. L’autrice esplora così la persistente ferita della Nakba e la “pulizia etnica” dei palestinesi durante la fondazione dello Stato di Israele. Attraverso l’analisi di articoli, saggi e voci narranti, il libro intreccia questo passato di violenza con l’atroce presente del conflitto a Gaza. Il dialogo finale con la ricercatrice palestinese Maram Masarwi offre una cruciale prospettiva sulle intersezioni tra storia e attualità nella tragedia del Medio Oriente. Se la ragazza beduina potesse parlare, udiremmo il fragore di un genocidio in atto.
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