Il volume si interroga sulla possibilità di avvicinare linguaggi ritenuti distanti: la fotografia come riflesso oggettivo e diretto della realtà, e la poesia come espressione più pura e intima della soggettività. Da questo confronto nasce la volontà di esplorare, attraverso la pratica artistica, le tensioni e i cortocircuiti che emergono nel rapporto tra immagine e parola. Il tema viene analizzato a partire da esempi illustri della fotografia degli Stati Uniti d’America, dove questo legame si evidenzia fin dalle origini della fotografia, in autori come Herman Melville e Carleton Watkins nel XIX secolo, Walt Whitman ed Edward Weston a inizio Novecento, e poi nella Beat Generation del dopoguerra, in autori come Jack Kerouac, Robert Frank e Minor White.
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