Salah al-Din, noto come Saladino, è tra gli indiscussi protagonisti del XII secolo nello scacchiere mediorientale. La sua popolarità è ancor oggi senza eguali non soltanto nel mondo arabo, tanto da essere considerato vera incarnazione del cavaliere perfetto. Di origine curde, nacque a Tikrit nel 1138. Si mise in mostra quando nel 1163 partecipò alla spedizione nell’Egitto fatimide al seguito dello zio Shirkuh, comandante dell’esercito del sovrano zenjide Nur al-Din, conclusasi nel 1169. Morto improvvisamente lo zio, Salah al-Din divenne prima visir (primo ministro) d’Egitto, quindi nel 1171 pose fine al califfato fatimide del Cairo. Alla morte di Nur al-Din (1174), seppe diventare l’unico fautore dell’unificazione dei territori musulmani ponendo Siria, Egitto, Yemen e Mesopotamia settentrionale sotto la propria autorità. Nel 1177 si dedicò alla riconquista dei territori di Siria e Palestina ancora in mano ai crociati, sbaragliandone l’esercito il 4 luglio 1187 a Hattin e riconquistando Gerusalemme il 2 ottobre. Nello scontro con Riccardo “Cuor di Leone”, alla guida della terza crociata, fu sconfitto ad Arsuf e siglò il trattato di pace il 2 settembre 1192. Pochi mesi dopo, il 4 marzo 1193, Salah al-Din si spense nella sua amata Damasco. Questa monografia si compone di un profilo biografico e della traduzione dall’arabo della Cronaca di Salah al-Din tratta dal Wafayat al-a'yan di Ibn Khallikan (m. 1282), proposta per la prima volta in lingua italiana.
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