La riflessione sul concetto di “quarta natura”, la natura della città, prende le mosse dall’indagine di una moderna dimensione urbana riconosciuta nell’opera di Le Corbusier, Roberto Burle Marx e Lawrence Halprin. Una nuova poetica della natura si unisce alle tre diverse categorie descritte nella letteratura degli studi sul paesaggio, in un processo in cui una “prima natura” di ciceroniana memoria, nella sua forma selvaggia e incontaminata, evolve nel paesaggio antropizzato della “seconda natura”, per culminare nel giardino, immagine di una “terza natura” plasmata a fini estetici e concepita come una equilibrata combinazione tra natura e cultura. Il racconto tracciato attraverso le opere di tre figure fondamentali nella progettazione del paesaggio urbano moderno evidenzia la necessità di ri-considerare il diritto della natura alla città. La scena urbana diventa così il campo di sperimentazione di approcci fortemente innovativi che, nella ville verte di Le Corbusier, nella cidade parque di Burle Marx e nella granite forest messa in scena da Halprin, evocano consolidati processi naturali, convalidando riflessioni formali e ideologiche dal profondo significato ecologico. Gli spazi aperti decostruiti in questo volume permettono di far emergere i riflessi delle pratiche, dei desideri, dei valori di un’esperienza del paesaggio urbano declinata a diverse scale e con materiali differenti, resa tangibile attraverso specifiche realtà naturali e nuovi registri sensoriali. È possibile allora immaginare una storia nella quale le distanze tra uomo e natura siano ridotte, così da accrescere l’importanza attribuita a particolari luoghi all’interno di ogni città, rendendo possibile definirne i caratteri speciali e l’identità distintiva.
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