Si sente spesso affermare che l’unica passione più crudele dell’odio sia l’indifferenza. Acedia, tristizia, taedium vitae, desidia sono solo alcuni dei nomi coi quali i Padri della Chiesa chiamano quello che per loro è il più terribile dei i vizi, l’unico da cui è impossibile guarire. Ma perché ciò che potremmo definire il grado zero della passionalità viene percepito come una passione elevata a potenza negativa? Cosa si nasconde di tanto terribile nell’indifferenza? Queste sono solo alcune delle domande con cui il presente saggio interroga autori come Freud, Agamben e Proust nel tentativo di mostrare il profondo legame che unisce la passione all’indifferenza. Poiché diversamente da quanto saremmo portati a credere, l’indifferenza non è ciò che si sottrae all’amore né ciò che resta di una passione ormai consunta. Se occupa lo spazio lasciato vacante dall’amore non è per difetto ma per eccesso di passione, una passione di cui è invero la radice più profonda e forse il segreto più terribile.
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