Pubblicata nel 1899, questa autobiografia – che richiama le atmosfere e i personaggi evocati in Turgenev e Tolstoj – non è solo la straordinaria storia di un principe russo che rinuncia ai propri privilegi per diventare uno dei più noti rivoluzionari del suo tempo, ma è al contempo il racconto corale di un fermento culturale, politico e umano che sta radicalmente trasformando l’ordine sociale dell’intera Europa, a partire dalla Russia zarista. Così, il racconto esistenziale di un giovane aristocratico sempre più a disagio con la realtà che lo circonda ci porta dalla corte degli zar, con le sue liturgie da fine impero, a una remota Siberia, scelta proprio per sottrarsi all’ambiente familiare. Ed è lì che Kropotkin «rinasce», come rivoluzionario e come scienziato. Da quel momento, in una vita segnata da cospirazioni, arresti e fughe, ma anche da un’intensa collaborazione con la Società geografica russa prima e inglese poi, i due aspetti si intrecciano in modo indissolubile plasmando la sua peculiare concezione dell’anarchismo. E tuttavia questo non è un libro che parla di teorie, ma di ciò che le ha rese possibili, ovvero parla di persone, di sperimentazioni e di vita.
Biografia: Pëtr Kropotkin (Mosca 1842 - Dimitrov 1921), uno dei padri fondatori dell'anarchismo, nasce in una famiglia dell'alta aristocrazia russa. Nel 1862 lascia la corte dello zar per fare l'esploratore e il geografo in Siberia. Accolte da un ampio riscontro internazionale, le sue scoperte sulle formazioni glaciali del periodo quaternario in Russia gli valgono l'invito a unirsi alla Società Geografica Russa e alla British Association for the Advancement of Science. Gli viene anche offerta la cattedra di geologia a Cambridge, che però rifiuta perché condizionata all'abbandono dell'attività politica. Kropotkin infatti, oltre a essere un pensatore le cui idee sono talmente grandiose da non poter essere confinate in un'unica disciplina, affianca alla ricerca scientifica la militanza politica, due aspetti inscindibili della sua visione del mondo. Dal 1886 al 1917 risiede stabilmente in Inghilterra, dove si dedica soprattutto allo studio e alla scrittura delle sue opere principali, come Campi fabbriche, officine, La conquista del pane, La grande rivoluzione. Ed è appunto a Londra che pubblica nel 1902 Il mutuo appoggio, che avrà subito una grande risonanza mondiale. Nel 1917, dopo lo scoppio della rivoluzione, ritorna in Russia, dove muore nel 1921. Per elèuthera sono usciti Scienza e anarchia (n.e. 2019), Il mutuo appoggio (2020), Campi, fabbriche, officine (n.e. 2023) e Memorie di un rivoluzionario (2025).
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