È passato oltre un anno e mezzo dall'assedio a Gaza, con le forze israeliane che hanno esteso i loro attacchi contro persone, case e ospedali in Cisgiordania e in Libano. La perdita, la sofferenza e la violenza sono implacabili. A ogni svolta, sentiamo di intere linee familiari cancellate dall'anagrafe; che le macerie di Gaza potrebbero richiedere dieci o quindici anni per essere rimosse; che potrebbero volerci tre secoli e mezzo per ricostruirle; che ogni scuola e università sono state distrutte. E poi c'è la perdita di adulti, bambini e neonati: spariti. A volte, di fronte a tutto questo, sembra che non si possa dire nulla. Eppure i palestinesi di Gaza continuano a scrivere, anche nelle circostanze più difficili. In questa raccolta, riuniamo scrittori palestinesi gazawi per immaginare un futuro, tramite ricordi dei mesi tragici appena trascorsi, le riflessioni su dove si trovano ora e i pensieri su dove potrebbero essere domani.
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