Bizzarro, grottesco, surreale. Uno dei maestri del postmoderno americano, Donald Barthelme - ispiratore di scrittori come Aimee Bender, Donald Antrim e David Foster Wallace - con questa antologia di racconti, pubblicati per la prima volta nel 1976, colpisce ancora con ci? che di meglio sa fare: giocare con i segni creando collage di parole, oggetti, personaggi e linguaggi (quotidiani, televisivi, filosofici, ecc.) che nel loro disordine organizzato fissano e svelano la natura ridicola, frammentata e crudele della societ? e dell'individuo con effetti comici e assieme stranianti. Ecco allora venti allucinazioni, flash, lampi caustici e irriverenti dove toreri, vescovi, genitori in lutto, tranci di pescespada, sergenti e palloncini color burro si mescolano a stringhe di discorsi su Dio, sul matrimonio, sull'acquisto di una cittadina e sull'impiccagione di un amico, in quella che ci si pu? azzardare a definire come una raccolta dell'indefinibile.
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