In "Democrazia e libertà", scritto nel 1919 con ancora ben viva la memoria delle esperienze politiche e sociali che condussero alla Grande Guerra, Elton Mayo, autentico pioniere della sociologia industriale e grande teorico delle relazioni aziendali nell'America tra le due guerre, getta le basi per così dire filosofiche delle sue opere più famose. E se già appare matura la vocazione «organicistica» che finirà col prevalere nella sua interpretazione, qui Mayo è interessato a valutare i rischi che corre un paese il quale voglia rafforzare le istituzioni democratiche, ovvero a riflettere sugli elementi di mobilità e mobilitazione attorno a cui ansiosamente e contraddittoriamente ruotano le società libere: il ruolo e la natura delle organizzazioni politiche e sindacali in rapporto alla loro capacità di «rappresentanza», la volatile formazione del consenso e le dinamiche psicologiche dell'opinione pubblica, la ricaduta dei conflitti sociali sia nel campo della lotta politica che in quello dell'organizzazione industriale. Che molti dei temi trattati da Elton Mayo risultino sempre più rilevanti e vitali, nella loro problematicità, per lo sviluppo delle società occidentali, è la riprova ad un tempo del vigore scientifico del grande sociologo e dell'esigenza di fornire, in questa fine secolo, nuova linfa teorica e civile alla difesa del binomio democrazia e libertà.
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