Il nuovo corso di «Bianco e nero» si inaugura con un numero dedicato all’incubatrice del miglior cinema italiano recente: il documentario, o – come si diceva un tempo – il cinema del reale. Non un genere ma un insieme di pratiche che si muovono oltre lo schermo cinematografico: dal film-saggio al diario in prima persona, dal ritratto al true crime. E dal cinema alle gallerie, dalla televisione ai new media. Ogni documentario è una postura verso il mondo, una scelta estetica e insieme etica che interroga il rapporto tra chi filma, ciò che filma e chi guarda. Negli ultimi venticinque anni il documentario italiano ha attraversato la Storia e i suoi traumi – dal G8 di Genova alla pandemia – interrogandosi su come raccontare il potere, la realtà mediatizzata, le migrazioni, il sé. Ha rinnovato le proprie forme, dialogando con i maestri del passato e offrendo strumenti ad autori come Pietro Marcello, Alina Marazzi, Leonardo Di Costanzo, Michelangelo Frammartino, Alice Rohrwacher. Questo volume prova a restituire la complessità di un ecosistema creativo e critico, dalle pratiche alle teorie, dalle scuole agli enti di sostegno. Un mosaico di immagini che continuano a insegnarci a guardare.
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