Mulini, fabbriche, ponti, strade ferrate, canali, carceri, mattatoi, vecchi gasometri: sono gli oggetti di un'archeologia "del presente" in quanto questi oggetti architettonici nascono nel XIX secolo in seguito alla rivoluzione industriale, che produce, contemporaneamente a gigantesche trasformazioni economiche e sociali, anche un intervento aggressivo sui panorami urbani ed extraurbani.
Il testo offre una conoscenza dell'industrializzazione di Viterbo, tramite un percorso attraverso i siti che, per gran parte abbandonati, sono stati teatro dell'operato di molti uomini e donne di questa città. Tema del volume è dunque lo spazio cittadino, per la prima volta analizzato non nei suoi momenti più celebrati, medievali, rinascimentali o settecenteschi, bensì nelle sue architetture più semplici e funzionali ai sistemi produttivi.
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