Esiste davvero un modo per sopravvivere alla morte? Ebbene sì, ma Idahira non lo ricorda più. Lo ha dimenticato nell'incidente, assieme agli ultimi otto anni della sua esistenza. È il 2 febbraio 2013 quando si risveglia in un letto del San Giovanni Addolorata di Roma e scopre di essere diventata madre di una bambina di appena un mese e moglie di un uomo che non conosce ma che in realtà le ha cambiato la vita. Una vita, quella della trentaduenne biologa venezuelana, trascorsa a sfuggire ai traumi che il suo paese natìo e il Caracazo le hanno marchiato addosso in maniera indelebile. Una firma, impressa sul polpaccio destro: la cicatrice di una pallottola dell'esercito di Carlos Andrés Perez. A ridare colore alla sua visione misantropica della realtà ci pensa Luca, guardia giurata con la passione per la pallacanestro, che la conquista dentro a una salumeria per come sa addentare le salsicce e per i suoi occhi sinceri. La loro storia però sembra dover finire quando a Luca viene diagnosticato un tumore al cervello, in grado di fargli perdere la memoria e poi la vita. Idahira resta sola e incinta di quattro mesi e tutto crolla, tutto sembra impossibile.
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