A un primo sguardo, "L'uomo comune" appare come una raccolta di saggi piuttosto eterogenea. Vi sono testi di argomento letterario, in cui si parla di Shakespeare, di Henry James, Tolstoj, Dickens. Ci sono scritti d'interesse sociale che toccano i temi più svariati: la frivolezza, la risata, la volgarità, l'importanza della filosofia, il fanatismo, il nudismo. Altrove prevale invece l'elemento religioso, più precisamente cattolico. In mezzo a tanta caleidoscopica ricchezza di soggetti si affaccia però a ogni riga l'inesorabile capacità di analisi e di ragionamento di Chesterton che, tra apparenti ovvietà e brillanti paradossi, smonta pezzo a pezzo quel castello di pseudo-teorie in cui si è rinchiuso l'uomo contemporaneo.
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