Nel mare magnum della stampa porno italiana c’è un fotoromanzo che tra anni Settanta e Ottanta ha avuto una grande notorietà, tanto da diventare un cult: Supersex, dal nome dell’extraterrestre precipitato con la sua astronave sulla Terra e costretto a occupare il corpo di un umano. Supersex, per più di una generazione di lettori, è stato l’icona del maschio alpha, dell’uomo che, grazie al suo “fluido erotico”, può far cadere ogni donna ai suoi piedi. La fama del personaggio è indissolubilmente legata all’interpretazione, alle performance e al liberatorio grido “Ifix–Tcen–Tcen!” dell’attore porno italo-francese Gabriel Pontello. Realizzata a Parigi dal 1976 al 1985, la storia della rivista è quindi la storia di uno dei più famosi attori porno di sempre e del “milieu” delle alcove cittadine, quando la Ville Lumière era una delle capitali europee del porno. Tutte le testimonianze concordano nel ritenerlo un insopportabile arrogante, di quelli che credono di avere qualche diritto in più rispetto agli altri. Smesso di fare l’attore è ancora attivo come regista, sospeso tra produzioni porno “estreme” e contrastate vicende personali. In Italia Gabriel Pontello è diventato il mito di una generazione di lettori di riviste per adulti. A cominciare da Rocco Siffredi, lanciato nell’empireo pornografico proprio da Pontello. Non potrebbero essere più diversi. Il francese, di cui prima di questo libro non si sapeva quasi nulla, se non che è sempre stato un maudit narcisista, un provocatore, uno spaccone che s’è giocato tutto ciò che aveva. Siffredi, uno di cui si sa ogni cosa, il classico bravo ragazzo tutto lavoro, casa e famiglia, uno che ce l’ha fatta, nella vita. Dopo il successo di Porno di Carta, Passavini racconta la storia di una rivista cult e dei suoi protagonisti, tra cui una giovanissima Ciocciolina, dipingendo uno spaccato dell’immaginario sessuale a cavallo tra il decennio della contestazione e quello dell’edonismo. Il libro uscirà in contemporanea con il lancio su Netflix della serie sulla vita di Siffredi, interpretato da Alessandro Borghi, che si intitolerà proprio Supersex.
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