Nel 2010 il Sudafrica ha ospitato uno degli eventi mediatici più attesi del pianeta: il campionato del mondo di calcio. Ma il Sudafrica è molto di più di una località turistica o di una location in cui organizzare appuntamenti sportivi. È una terra antica, con un passato di guerre, lotta e speranza; schiavitù, migrazioni e immense ricchezze. In Europa, come in tutto il mondo occidentale, non siamo abituati a occuparci di questo genere di passato. L’Africa tende ad essere vista come una polveriera pronta a esplodere da un momento all’altro, un continente arretrato e incapace di autosufficienza, non ancora troppo avvezzo alle regole della democrazia e della convivenza civile. Spezzando il muro di gomma del luogo comune, Gabriele Catania ripercorre duemila anni di storia sudafricana: dall’arrivo dei bantu allo sbarco dei portoghesi, dalla conquista olandese a quella britannica. Da Shaka, il “Napoleone nero” che creò l’esercito più temuto del mondo, alla feroce guerra tra inglesi e boeri. Dall’apartheid alla “nazione arcobaleno” di Nelson Mandela. Oggi il Sudafrica, dove convivono etnie e lingue diverse tra mille contraddizioni, non è solo il Paese più ricco e potente dell’Africa, ma un laboratorio del futuro: il luogo che ci dirà se il genere umano sarà in grado vincere le enormi sfide sociali, economiche e ambientali che lo attendono.
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