Streghe fraterne si compone di tre parti. Éliane Schubert, attrice girovaga, racconta nel corso di un interrogatorio la storia della compagnia di teatro itinerante di cui ha fatto parte. Anni interminabili a spostarsi nella steppa a bordo di due pulmini carichi di fagotti per villaggi e contrade, recitando farse medievali europee e scenette di agit-prop, in un mondo indefinito dove si aggirano dei banditi a cavallo, crudeli e assetati di sangue. Il racconto di Éliane è intervallato da brevi vociferazioni, stralci di una cantopera trasmessale dalla madre e dalla nonna, anch'esse attrici girovaghe. Sorta di slogan snocciolati come mantra, con incitamenti all'assassinio e parole d'ordine concepite per un popolo da fine-mondo, che vengono ripresi per intero nella seconda parte. La terza parte infine, composta di un'unica frase lunga 121 pagine, conduce il lettore nello spazio oscuro, trascinandolo in una potente spirale onirica e allucinatoria. Streghe fraterne è un'opera tutta al femminile, violenta, segnata da una sessualità delirante ma anche dalla nostalgia della declamazione e della parola. E dal desiderio di sopravvivenza, a ogni costo.
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