In un giorno di primavera Giorgia viene licenziata ed è costretta, insieme a sua figlia Camilla, a passare l'estate dai genitori, famiglia working class della provincia toscana, mentre il suo compagno Davide lavora distante. Tornare nei luoghi dove ha trascorso l'infanzia la costringe a fare bilanci e ripercorrere il proprio passato: prima una vita di impegno politico in quel territorio e poi il lavoro alienante nella grande città. Tutto si mescola insieme alla piccola Camilla che inizia a interrogarsi sul passato della propria famiglia e, prima per gioco poi in maniera sempre più seria, decide di ricostruirne l'albero genealogico. Le due donne finiscono per concentrarsi su Anna, bisnonna di Giorgia, morta molto giovane e in circostanze misteriose. Mentre scovano foto e cercano indizi Camilla frequenta l'outlet, luogo dove sono finite a fare le addette alle pulizie o le commesse alcune delle operaie delle fabbriche in crisi del territorio. Per Camilla è un luogo dove andare a giocare con altri bambini ma Giorgia, sin da giovane, aveva lottato politicamente contro quel concentrato simbolico e materiale di lavoro precario, consumismo e alienazione sociale; un posto finto, una cittadella costruita a tavolino, dove l'unica cosa reale è il fiume che lo attraversa, con le sue rane. Fino a quando non succede qualcosa di inaspettato. Una storia working class al femminile di una famiglia che, come quel fiume, scorre lungo le vite di più donne parlandoci dell'importanza dei legami di classe e solidarietà tra generazioni.
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