Il giornalismo culturale di solito non esercita un grande fascino nella generalità dei lettori. Eppure attraverso questa forma sublime di informazione il giornalismo nel corso del secolo scorso ha dato un impulso deciso all'evoluzione della lingua italiana e alla crescita delle grandi inchieste che hanno segnato la storia della professione giornalistica. L'intento di questa raccolta, che scaturisce da un incontro formativo riservato ai giornalisti abruzzesi, è quello di contribuire alla conoscenza dei grandi scrittori che hanno voluto cimentarsi con il grande reportage, ma anche con l'inchiesta di cronaca, senza disdegnare altre branche dell'informazione, come lo sport. Scrittori-giornalisti abruzzesi che hanno contribuito a far uscire la cosiddetta "Terza Pagina" dalle coltivazioni letterarie esclusive di una cerchia elitaria di appassionati della cultura alta. Una élite alto-borghese, molto ristretta, che traeva da aulici elzeviri godimento e appagamento dello spirito. Era per loro che gli Albertini del "Corriere della Sera" non lesinavano lauti compensi a scrittori del calibro di Gabriele d'Annunzio. Il rapporto tra giornalismo e letteratura, però, con la fine del secondo conflitto mondiale ha subito una virata decisiva con l'avvicinarsi del grande pubblico ai fatti della vita narrati dai giornali. Ancora prima dell'inizio dell'era repubblicana, che ha avuto la necessità di una formazione più consapevole della pubblica opinione, vi erano stati, nella nostra regione, episodi ragguardevoli di un giornalismo di scrittori che avevano intuito che la cultura andava messa dalla parte della gente e dei cittadini.
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