C'è l'entusiasmo nella cucina di Francesco Apreda. Lo stesso che gli brilla negli occhi. Un entusiasmo fatto di passione e voglia di giocare, basato sulla sicurezza di una professionalità pluripremiata che ha però l'umiltà di mettersi alla prova ogni giorno, per non privarsi del gusto di apprendere sempre qualcosa di nuovo. Cresciuto tra i sapori di famiglia, generosi e caldi, Apreda è diventato chef quasi per caso, scoprendo il dono di credere nel destino. Così, con la fortuna in tasca e la determinazione in petto, ha scalato le vette del gusto, conquistando riflettori e stella. E realizzando il suo sogno, quello di "costruire" il suo spazio nel cuore di Roma. La sua alta cucina dialoga con i tetti e le cupole della Capitale, disegnando nuovi contorni e orizzonti, fuori e dentro i piatti. Il dialogo di forme e contesti, o meglio "visioni", è il segreto della sua filosofia, fatta di un vero e intenso colloquio tra Oriente e Occidente che non rimane nella patina dell'immagine stereotipata ma palpita nella concretezza di un quotidiano sperimentato in prima persona. Apreda cucina quello che conosce, quello che ricorda, quello che sogna, insomma quello che vuole raccontare del mondo che ha visto e di quello che ancora vorrebbe vedere. Condivide la sua passione, dettaglio dopo dettaglio nei suoi piatti, convinto che una storia sia il miglior ingrediente di ogni ricetta. Soprattutto, quando ha i toni e le suggestioni della favola.
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