I corpi umani, al sopraggiungere della morte, vanno inevitabilmente incontro al disfacimento. Ma questa regola, così si è creduto a lungo, vale solo per le persone normali, i santi da un lato e i malvagi dall'altro possono invece mantenersi integri e proseguire in qualche modo una loro esistenza sotterranea. Ecco il perché dell'accostamento fra santi e vampiri che il libro propone partendo dalla raccolta di fonti. Ne emerge un racconto che disegna il ritratto dell'autentico vampiro sei-settecentesco, lontano dal perverso e fascinoso dandy rappresentato dalla letteratura e dal cinema. Ancor più stupefacente l'immagine dei santi tratteggiata, nelle cronache agiografiche, di una devozione che sfiora l'idolatria.
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