Ballerino sublime (con Nizinskij, il più grande del '900), coreografo, avventuriero, dandy, lavoratore instancabile, a sedici anni dalla sua scomparsa Rudolf Nureyev continua a esercitare un fascino cui è difficile sottrarsi. D'altra parte la sua vita assomiglia a un romanzo, in cui bellezza, talento, ribellione, nostalgia e solitudine si intrecciano inesorabilmente: dalla nascita su un vagone della Transiberiana sperduto nelle steppe russe nel 1938, al rocambolesco e fortunoso passaggio all'Ovest nel 1961, dal sodalizio professionale e sentimentale con la più celebre étoile del tempo, Margot Fonteyn, alle innumerevoli relazioni omosessuali con famosi artisti, dal successo travolgente sui palcoscenici di tutto il mondo al ruolo di protagonista nel "Valentino" di Ken Russell, fino all'incarico di direttore della danza all'Opera di Parigi, alle performance come direttore d'orchestra, e alla morte, avvenuta per AIDS nel 1993. Questa biografia riporta alla luce molti episodi inediti della sua vicenda esistenziale e artistica, ed è un omaggio al suo genio e al suo coraggio.
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