Centosessanta anni dopo l'unificazione italiana, un immaginario consolidato nel dibattito pubblico nazionale considera l'intero Mezzogiorno come un'area arretrata del paese rispetto al più moderno e sviluppato settentrione. Gli abitanti del sud sono costantemente raffigurati come oziosi, propensi alla criminalità e al malaffare, ancorati al passato, devoti al malgoverno. L'obiettivo di questo libro è smontare questa narrazione ricollocando la nascita della questione meridionale in quell'orizzonte globale che considera l'idea europea di modernità inseparabile dalla sua esperienza coloniale. Il processo di unificazione nazionale riflette localmente questo discorso: se il nord incarna le idee di progresso e civilizzazione europea, è il Mezzogiorno ad assumere i termini negativi dei valori della nascente nazione italiana. Attraversando il pensiero di Antonio Gramsci e ponendolo a confronto con le teorie postcoloniali e decoloniali,
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