Renata ha una sola certezza: vuole essere “una libera”. Si licenzia dal suo posto di governante e il racconto ha inizio. Questo romanzo è un inno anarchico alla libertà ricco d’ironia e di derisione, è un’unica lunghissima frase senza un punto, senza il tempo per riprendere fiato. Una donna sceglie un anonimato ribelle e parte per un on the road sulle strade di Parigi. La seguiamo per tre lunghi giorni mentre, dopo aver preferito una panchina al letto di una pensione, rifiuta di pagare il biglietto dell’autobus, mangia pomodoro e formaggio e fa molti incontri. Qualcuno le domanda come si chiama. S’inventa un nome: Renata. Renata come? insistono. Renata vattelappesca, risponde nella sua luminosa, lucida follia. Nel viaggio verso la libertà porta con sé una rosa rossa, via via sempre più secca, e quattro scatole di cartone con dentro tutta la vita: il suo tesoro, cioè le lettere di un tale Paul, pochi indumenti e un mucchio di calzini spaiati.
Biografia: Catherine Guérard è uno dei misteri della letteratura
francese del Novecento. Si chiamava in realtà
Catherine Dreyfus, era una giornalista e scrittrice,
nata nel 1929 a Le Vésinet e morta a Parigi nel 2010.
Ha scritto soltanto due romanzi, Ces princes uscito
nel 1955 e Renata vattelappesca nel 1967 (finalista al
Premio Goncourt) che all’epoca fecero sensazione,
ma furono poi dimenticati per decenni. Della vita di
Catherine Guérard non si sa nulla. Restano di lei
un’unica fotografia giovanile e un paio di notizie
personali. Si dice infatti che il François al quale è
dedicato questo romanzo sia l’ex presidente
François Mitterrand, suo grande amore, e che abbia
avuto una relazione anche con lo scrittore Paul
Guimard. Ripubblicato nel 2021 da Les éditions du
Chemin de Fer, Renata vattelappesca ha vinto nel
2022 il Prix Mémorables, dedicato alle riscoperte di
autori francesi dimenticati e fino a quel momento
non ancora tradotti.
Renata vattelappesca è la prima traduzione italiana
di un romanzo di Catherine Guérard.
DA SEGNALARE
Il curioso parallelismo tra la segretezza di Renata e quella di Catherine Guérard, che non è il vero
nome della scrittrice. "Ero proprio contenta che più nessuno potesse sapere come mi chiamavo"
pensa Renata, e decide di non portarsi dietro la carta d’identità.
Dopo la pubblicazione di Renata vattelappesca anche Catherine Guérard scompare dalla scena
letteraria e di lei non si saprà mai più nulla.
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