Rivolgendosi direttamente al lettore, come in una lettera aperta, l'autore invita a riflettere sui pregiudizi religiosi in cui ci adagiamo. Non esiste, tanto per cominciare, "il" cristianesimo, ma tanti cristianesimi diversi, così come non esiste l'ebraismo e non esiste un solo islam, ma tante forme diverse che hanno in comune solo un libro sacro, letto peraltro in maniera differente. Tristemente note sono oggi le derive fondamentaliste di queste religioni, contro cui bisogna lottare, su vari livelli ma lottare: da un lato bisogna creare le condizioni perché i fanatici non trovino facilmente nuovi adepti, intervenendo a livello culturale e legislativo; dall'altro bisogna liberarsi dell'illusione di un possibile "dialogo tra le civiltà" inteso come confronto fra laicismo e fondamentalismo. Il laicismo è la civiltà, il fondamentalismo è la barbarie, non esiste dialogo possibile. La libertà va difesa senza ambiguità, senza sensi di colpa, senza falsi relativismi.
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