Si può definire "cahier de voyage", considerando il viaggio come il flusso trabocchevole e irruente della vita. I testi contenuti in questo quaderno o taccuino, frutto di una cernita di scritti accumulatisi in circa vent'anni, sono il tentativo di arginare l'arrembante e inarrestabile moto dei giorni e delle frustrazioni o alienazioni che il quotidiano somministra. Ecco che la forma delle composizioni, funzionale a tale scopo, può apparire statica, asciutta e contratta, ma è altresì attenta a registrare, sorvegliare e imporre "un ritmo in surplace" a ciò che pare sfilarsi dalle nostre mani. Un tentativo di applicare un rallenty o l'analisi di un singolo fotogramma per, e qui è il cuore dell'opera, rendere il contesto e l'attualità un bolo minimamente digeribile o sufficientemente comprensibile. Sempre in un ambito di sano e robusto stupore. Bucolico stupore.
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