«Il passeggero continuò a mangiare: ripulì il piatto e buttò al cane l’ultimo pezzo di pane. Poi finì la birra con una lunga sorsata. Si nettò la bocca sulla manica della giubba e tirò indietro la sedia per alzarsi. “Ormai qualcuno l’avrà avvertito, quell’Adolf”, disse una voce alle sue spalle. L’uomo si girò di tre quarti in direzione della schiena del tizio che stava seduto al tavolo vicino: “Aupa, Aguirre”, salutò, “è mezz’ora che mi sto domandando se sei davvero tu dietro quella barba: non avrei mai pensato di vederti vestito da frate. Ma non dovevi aspettarmi a Graz?”. “Aupa, Nuvola”, rispose l’altro senza voltarsi. “Ti fai ancora chiamare così dagli amici?”». Un romanzo breve con il coprotagonista di "L’uomo che doveva uccidere il diavolo", il partigiano Nuvola. Sullo sfondo, il 1945 e il massacro di Bleiburg.
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