Nel 2016 Erdogan dichiara lo stato di emergenza a seguito del golpe, ma gli abusi di potere nelle regioni curde si registrano già un anno prima. Zehra Dogan in quell'anno si trovava a Nusaybin, una piccola cittadina turca, al confine con la Siria, prevalentemente abitata da curdi. Per tale ragione è stata letteralmente ridotta in macerie dai militari del governo. Travolta dalla rabbia, Zehra si arma di tavoletta grafica e raffigura ciò che vede: edifici semidistrutti dalle cui finestre sventolano bandiere turche. Il disegno, su Twitter, fa il giro del mondo e la sentenza di propaganda terroristica non tarda ad arrivare. Zehra rimane in carcere per quasi tre anni. Nel periodo di detenzione, nonostante il divieto di dipingere e di creare qualunque cosa avesse a che fare con l'arte, si ingegna. Con materiali di fortuna continua a disegnare e a disobbedire. Usa gli avanzi di cibo, i capelli, il tè, il caffè ed il sangue mestruale.
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