Per sei mesi lo scrittore Davide Bregola ha incontrato gli ospiti del Centro Diurno del Centro psicosociale di Mantova. Insieme hanno fatto poesia. All’inizio sono stati letti i versi di grandi autori: Rimbaud, Dickinson, Palazzeschi, Scialoja, Rodari, Antonia Pozzi, Basho, Leopardi, Foscolo. Mese dopo mese il gruppo si è affidato ai grandi poeti, ai loro versi, ai loro contenuti e ci si è accorti che la poesia sgorga facile, è latente, ma va accettata accogliendola senza timore. La poesia è un nido accogliente fatto di paglia e fili di lana, è un seme nella terra e acqua. La poesia in alcuni incontri è stata grotta e buca, pozzo e bruco, codice e corteccia. Utero, Apollo e Dioniso. La poesia può essere nulla e tutto, materia e spirito. Gli ospiti di un centro psichiatrico racchiudono in sé l’introspezione che aiuta il verso, l’andare a capo parlando per simboli e immagini. Gli ospiti del centro spesso sanno le cose senza accorgersene. Anche un solo verso è prezioso come una gemma. Non si conosce la gemma, non si conosce il verso, eppure sono lì, nello scrigno segreto. Nascono.
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