La storia dell’anarchismo è spesso raccontata attraverso i suoi personaggi più famosi, ma si tratta in realtà di una semplificazione che oscura una storia meno nota ma altrettanto importante: quella costruita collettivamente dalle schiere di uomini e donne che hanno scelto di ribellarsi al dominio. A ogni costo. Ed è appunto questa cavalcata anonima nel tempo e nello spazio che ci racconta Enckell: dalle prime organizzazioni operaie di metà XIX secolo fino ai black bloc di inizio XXI secolo, passando per la nascita dell’Internazionale antiautoritaria, l’ascesa del sindacalismo d’azione diretta, le rivoluzioni del Novecento e la catastrofe dei totalitarismi. Una storia di sconfitte, certo, ma anche di rinascite continue: dopo il 1945, con l’ascesa dei movimenti antimilitaristi e le battaglie per la decolonizzazione; dopo il 1968, con l’esplosione della controcultura libertaria; dopo il 1999, con le lotte antiglobalizzazione e l’emergere di inedite pratiche radicali. Una piccola storia di uomini e donne qualunque caparbiamente decisi a cambiare il mondo.
Biografia: Marianne Enckell, storica, saggista e traduttrice, è da oltre cinquant’anni la responsabile del Centre international de recherches sur l’anarchisme (CIRA) di Losanna, uno dei più importanti archivi a livello internazionale dedicati alla storia e al pensiero dell’anarchismo. Attivista instancabile, ha partecipato al movimento in sostegno degli obbiettori di coscienza, al Maggio ’68 e al Mouvement de libération des femmes (MLF), contribuendo nel corso degli anni all’organizzazione di numerose conferenze e seminari internazionali sull’anarchismo. Ha fatto parte delle redazioni di parecchie riviste di area storica e libertaria, tra cui «Anarchisme et nonviolence», «Interrogations», «Cahiers d’histoire du mouvement ouvrier», «Volontà» e «Réfractions» ancora in corso di pubblicazione.
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