Ambientato tra Parigi e la Toscana dei primi anni Sessanta, questo romanzo condivide con Parlami, dimmi qualcosa l’ambientazione familiare e il senso di irrequietudine e insofferenza nei confronti dei legami coniugali e dei rapporti tra genitori e figli. Attraverso una serie di lettere tra i protagonisti, seguiamo la storia di Piero, brillante giornalista in viaggio per lavoro, di Clara, la sua deliziosa (e apparentemente dimessa) moglie, e delle loro due figlie adolescenti, Giulia, più grande e riservata, e Orsola, più piccola e precoce. Gli equilibri domestici, già messi alla prova dai piccoli problemi di tutti i giorni, tra le frequenti assenze di Piero, i turbamenti sentimentali di Giulia e i capricci del vecchio cane di famiglia Revie, rischiano di venire meno quando una sera Piero torna a casa per cena con Armand, un misterioso e timido musicista, collaboratore saltuario dello stesso giornale per cui Piero lavora. Bastano poche parole e qualche sguardo e a tutti risulta evidente che Giulia e Aemand si piacciono, così per cercare di fare incontrare di nuovo i due, visto che in seguito Armand non sembra proprio voler prendere l’iniziativa, Piero invita il giovane a trascorrere qualche giorno di vacanza da loro in Toscana. Armand accetta, ma il soggiorno in campagna invece che a una bella storia d’amore darà vita a una tragicommedia degli equivoci destinata a cambiare per sempre il rapporto tra Piero e Clara e tra loro due e le loro figlie… Brillante e amaro al tempo stesso, Perfidi inganni è una delle rappresentazioni più originali e impietose della famiglia e della vita domestica che la narrativa italiana possa annoverare.
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