Un'abitudine tutta italiana che stupisce e affascina gli stranieri è quella di parlare in continuazione di cibo e buona tavola. In qualsiasi ambiente e con qualsiasi compagnia, basta nominare un piatto e subito c'è chi ricorda pranzi passati, chi elenca come in un rituale magico gli ingredienti di una ricetta, chi cita un formaggio come se ancora ne assaporasse l'aroma. E non mancano i riferimenti alla storia e alla cultura nazionali, spesso intriganti. Per esempio, perché nel Ventennio il regime tentò di abolire la pastasciutta? E che cosa c'entra la cicoria con la lotta di classe? Perché per alcuni preferire il panettone al pandoro non è solo questione di gusto personale? Di cibo sono inoltre pregni il linguaggio ("rendere pan per focaccia", "divorare un libro"...) e l'immaginario, cosicché ogni affermazione nasconde abissi di senso. Ai capitoli dedicati alle tradizioni, alla storia e ai costumi di ogni singola regione italiana sono intervallati godibilissimi e curiosi approfondimenti culturali su argomenti specifici. Prefazione di Umberto Eco.
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