Una testa mozzata, tre tragicomici insegnanti precari in un istituto tecnico che cade a pezzi, ragazzine pericolose per gli altri e per se stesse e padri in lotta col passato. Sono questi gli ingredienti di una storia sulfurea fatta di comicità nera, notti brave e giovani professori che al mattino si scuotono di dosso le imprese delle ore precedenti e impugnano il registro tra studenti consapevoli che la scuola non potrà condurli verso nessun mondo migliore. Leone Polonia, io narrante del romanzo, è uno di questi tre docenti. Bevitore incallito, lingua tagliente, alle spalle una famiglia rasa al suolo e davanti la prossima ragazza da portare a letto. Lo sfondo è la provincia di Taranto, vera terra di confine fatta di dune e mare guasto, piccoli imprenditori a corto di moralità e grottesca malavita locale. Tutto procede identico a se stesso, fino a quando Leone commette un errore che non gli sarà perdonato. Aspro, lucido, liberatorio: "Per sempre carnivori" è uno spaccato sulla nostra provincia più nascosta, il romanzo sulla scuola italiana che non emerge mai dalle cronache ufficiali, e che solo la letteratura riesce a scoperchiare.
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