«Ricordo bene quello che mi chiedevano di solito gli studenti italiani: Tu sei arabo? Sì - rispondevo. Che cosa ci fai qui al Pontificio Collegio Greco a Roma? Vorrei diventare sacerdote. Sacerdote! - dicevano con stupore. Spero di sì. Ma come può un musulmano diventare sacerdote? Ma io non sono un musulmano. Ma hai detto che sei arabo! Sono un cristiano arabo.» Questo breve estratto del libro dà una buona chiave di lettura del suo contenuto. L'autore è palestinese, di lingua madre araba e appartiene alla Chiesa melchita, una delle tante chiese particolari che formano la Chiesa cattolica. In queste pagine parla di sé. Sullo sfondo il dramma del suo popolo al quale il lettore ha accesso non in maniera teorica ma attraverso le esperienze personali che l'autore racconta e che permettono di entrare nella realtà palestinese di oggi, così come è vissuta dalle persone, dalle famiglie, dalle istituzioni. "L'unica cosa che mi ha dato e che continua ancora a darmi forza è la mia fede cristiana", dice l'autore che sottolinea i temi per lui più importanti per vivere questo momento, quasi a volere "dar ragione a tutti della sua speranza" (1Pt 3,15). È quello che rende questo libro un testo di spiritualità, che aiuta ogni lettore ad alimentare una fede in grado di reggere anche alle tensioni e ai conflitti.
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