Il percorso che in questo libro ci porta in Pakistan parte in qualche modo dall'Italia e ci conduce proprio ad Abbottabad, la cittadina dove Osama bin Laden si è nascosto ed è stato ucciso. La voce narrante è italiana (per parte di padre) e ha trascorso diversi anni della sua giovinezza in quella località, dove spesso ritorna per ritrovare luoghi e persone che le sono entrati nel cuore. Il racconto di Anna Mahjar-Barducci ci fa conoscere però il Pakistan più vero. Con un'attenzione profonda e piena di rispetto, ma anche con leggerezza e gusto del dettaglio, l'autrice descrive la realtà difficile e contraddittoria di un paese in bilico fra tradizioni millenarie e modernità, grandi ricchezze e povertà estrema, restrizioni della libertà individuale e desiderio di evasione. I luoghi d'incontro dei giovani, le loro feste proibite, gli individui nella loro intimità, i movimenti che combattono l'estremismo, le donne coraggiose che lottano per i loro diritti, la resistenza della parte più conservatrice della società e del clero. Come in ogni viaggio, i ricordi sono accompagnati da sapori e profumi, impossibili da ricreare con le parole, ma che rivivono attraverso la cucina, espressione della cultura di un popolo. Ecco perché i diversi capitoli sono intervallati dalla descrizione di piatti legati alle storie narrate, di cui l'autrice ha trascritto le ricette tradizionali.
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