L'industria è arrivata tardi in quella campagna friulana, dove gli alberi e le piante da frutto hanno intrecciato la loro vita a quella delle persone e delle famiglie, alla loro storia. t arrivata a cose fatte, quando già era in atto la profonda trasformazione del paesaggio. Nel giro di pochi anni tutto è cambiato. Questo libro racconta la violenza della tecnologia che annienta un paesaggio e la persuasione delle nuove prospettive di vita che si impongono con il loro formidabile potere di attrazione. Attraverso memorie, riflessioni e racconti, Gian Mario Villalta ripercorre il senso di uno sradicamento, subito come violazione e allo stesso tempo con la contraddittoria certezza che un mondo nuovo può portare opportunità e miglioramenti. La storia di un albero – il gigantesco olmo del titolo – ultimo protagonista di una saga famigliare in dissoluzione, rende qui evidente il legame profondo che c'è tra la vita umana e quella delle piante. Sarà infatti quest'albero secolare a dare impulso a una nuova, diversa ricerca di verità sulla relazione tra la vita e la memoria, i legami affettivi e quelli con la terra dove vivere i propri giorni.
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