Le "Rime" di Matteo Griffoni sono un interessante nucleo metricamente e tematicamente eterogeneo, composto a Bologna a cavallo dei secoli XIV e XV da un componente dell'oligarchia cittadina. Il notaio Matteo Griffoni fu infatti a più riprese al vertice delle istituzioni comunali e impiegato dal Comune di Bologna come funzionario pubblico, ricoprendo inoltre l'incarico di responsabile dell'archivio pubblico cittadino. La sua lunga militanza politica, la sua presenza negli uffici, la sua familiarità con la documentazione archivistica gli consentirono di comporre una storia della città di Bologna scritta in latino, il "Memoriale historicum", che ci è giunto autografo. La particolarità che rende il canzoniere griffoniano un unicum nel panorama della lirica italiana del Trecento e del Quattrocento è quella di essere stato fissato a margine dei documenti d'archivio, in gran parte dalla mano del notaio bolognese, fissando un corpus testimoniale autografo - e in una parte residuale idiografo - in maniera estemporanea e originale sulle carte notarili, ancora oggi conservate nelle stanze dell'Archivio di Stato di Bologna. Le Rime sono raccolte e proposte per la prima volta in un'edizione critica, arricchita da un commento attento a rilevarne le fonti e le peculiarità linguistiche, stilistiche, letterarie, metriche e storiche, così da permettere a un pubblico largo di farsi un'idea complessiva dell'attività poetica di Matteo Griffoni.
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