Il 14 novembre 1997, a Victoria, Canada, scompare Reena Virk, quattordici anni. Il suo corpo senza vita viene ritrovato sotto un ponte otto giorni dopo, tra fango e acqua gelida. La polizia indaga, e il suo caso sconvolge il Paese per anni. Il processo porta alla condanna di otto ragazzi, suoi coetanei colpevoli di averla massacrata quasi per gioco, gelosia, e stupida crudeltà. I protagonisti di questa agghiacciante storia vera sono adolescenti di diversa estrazione, ragazzi come tanti, appassionati di musica hip hop, normalissimi, che però mentono spudoratamente e si coprono – e poi si accusano – a vicenda. Rebecca Godfrey ha ricostruito questa verità in tanti anni di ricerche, raccogliendo testimonianze dirette, intervistando genitori, poliziotti, assistenti sociali, procuratori e avvocati, ma soprattutto i ragazzi, di cui restituisce con accuratezza il linguaggio, le paure e i sogni. E ci racconta con sguardo lucido e appassionato una storia terribile e attualissima di emarginazione, bullismo, violenza del branco e profondo bisogno di accettazione.
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