Il narcisismo è considerata unanimemente la patologia distintiva del ventunesimo secolo. Ma ci siamo mai chiesti se a definirci non fosse tanto l’ossessione del sé quando un bisogno di autotrasformazione. Narcissus è una breve storia dell’autoritratto, che comincia con pittori del Rinascimento come Albrecht Dürer, Rembrandt e Caravaggio e arriva a fotografi e celebrità come Paris Hilton e Kim Kardashian, Lee Friedlander e Hervé Guibert. Analizzando i modi in cui così tanti artisti hanno ammirato la propria immagine, l’autore Matt Colquhoun si domanda quanto l’era del selfie possa essere considerata in realtà un periodo di trasformazione piuttosto che di stasi. Ritornando al mito di Narciso, e al fiore da cui prende il nome, questo libro offre una lettura del narcisismo alternativa a quella di un moralistico sottogenere di libri che diffonde l’idea che la nostra ossessione per il sé ci seppellirà tutti. Potrebbe essere così. Ma cosa diventeremo quando saremo caduti nel lago e ci saremo liberati della claustrale immagine del sé che il tardo capitalismo ci ha cucito addosso?
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