Mattia, detto Lungo, è un impresario edile, un sognatore e un buon amico di Matteo, detto Base. Del gruppo fanno parte anche Vittorio, uomo spavaldo e trafficone, e Nkhangweleni, giovane immigrato che Mattia vorrebbe adottare. Marte è un immaginario quartiere di periferia, luogo di degrado e disillusione, dove la retorica del progresso maschera la realtà di povertà e sopraffazione. Al centro ci sono personaggi emarginati che, tra tentativi falliti di emancipazione, riflessioni sull’umanità, demotivazione e senso di perdita, cercano di resistere alla disperazione. In un’alternanza tra realtà e percezione della realtà, empatia e desensibilizzazione, Mattia riesce a scrollarsi di dosso un po’ del disincanto maturato negli anni, mentre intorno a lui si svolgono le storie quotidiane del quartiere, animate da numerosi personaggi e dai suoi amici, ognuno invischiato in qualcosa di apparentemente losco. Al crescere del suo desiderio di paternità nei confronti di Nkhangweleni, tuttavia, corrisponderà l’evolversi di un malessere che annienterà l’umanità di Matteo.
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