"Mappe affettive e corpi biomediati" prende in considerazione i mondi virtuali del gioco elettronico di produzione anglofona in grafica tridimensionale, in prima e terza persona. Lungo un percorso interdisciplinare che abbraccia teorie culturali, postcoloniali e studi sui new media, l'interazione digitale si delinea come atto di "espansione" corporea attraverso il movimento creativo dei sensi, in particolare nella intersezione tra vista e tatto. I videogiochi qui discussi si distinguono per un tipo di visualità capace di indurre il corpo ad agire e ad "intensificarsi", in forza delle strutture profonde della condizione incarnata degli utenti. La dinamica innescata dai videogiochi, soprattutto nella loro versione tridimensionale, viene indagata rispetto ai meccanismi di creazione, nel "corpo espanso" del giocatore, di processi di identità, consenso, egemonia politico-culturale e in generale come applicazione esemplare di tecnologia culturale.
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