Le parole, i ricordi, le speranze di alcuni abitanti del Rione Esquilino ci guidano in un luogo di cui tanti parlano, ma che pochi hanno voglia di conoscere davvero, rassicurati da tutti i luoghi comuni che lo osannano o lo condannano. Lungi dal volerlo definire, l'autrice racconta il rione attraverso storie personali che, come tessere di un mosaico, andranno a comporre una realtà mai banale, ma soprattutto mai indifferente. Con cura e attenzione, l'autrice lascia i protagonisti di questo viaggio liberi di dare spazio e colore ai propri pensieri. Alcuni partono da ricordi lontani, da luoghi di cui ci sembra di sentire la musica e a volte perfino gli odori; altre voci sono gravi e richiamano storie lunghe generazioni, come fotografie ingiallite dal tempo, ma ancora ricche di suggestioni, pur dipanandosi attorno a poche strade; altre voci ancora affrontano senza ipocrisia realtà alle quali non esistono risposte certe, ma solo la volontà di non fermarsi davanti agli ostacoli. Più la lettura procede, più il luogo ci diventa comune e lo scenario dell'Esquilino diventa la quinta ideale per raccontare la struggente bellezza dell'avventura umana.
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