I ribelli e laconici protagonisti delle due storie che si affiancano e si intrecciano in questo volume, fin quasi a formare un romanzo, sono colti in un momento di non ritorno, nel pieno dello scontro con una realtà non più accettabile e non più redimibile. Hanno ormai scelto di lanciare una sfida assoluta che si concretizzerà in un gesto estremo di rivolta e cancellazione. E al fondo di ogni loro sofferenza parla una voce che non si placa, che nessun compromesso o conformismo riesce a soffocare, una voce che è anche quella del paesaggio vasto ed essenziale del Burgenland, il lembo d'Austria al confine con le steppe ungheresi dov'è ambientato il libro. Una terra battuta dai venti o incendiata dalla canicola che plasma a sua immagine anime scettiche, irrequiete, non lusingate da facili consolazioni o sentimentalismi. E la scrittura di Marianne Gruber, tagliente e poetica, è all'altezza del compito, proprio perché trae il necessario dal basso, là dove si radica, senza aggiungervi nulla di superfluo.
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