Secondo Gilbert Simondon la singolarità non è un punto di partenza, ma il risultato di un processo complicato, scandito in più fasi e non privo di crisi. Più che di "individuo", bisognerebbe parlare di una progressiva "individuazione". Inoltre, Simondon mette in rilievo come in ogni soggetto vivente gli aspetti singolari coesistano con forze anonime, impersonali, "preindividuali". Siamo individui, sì, ma solo in modo parziale e incompleto. Ed ecco la tesi più radicale, quella che ha evidenti conseguenze politiche: secondo il filosofo francese, quando si partecipa a un collettivo, non si attenua la propria individualità; al contrario, la vita di gruppo è l'occasione di una ulteriore, più ampia individuazione.
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